Editorial Passigli Editori
Lugar de edición
Bagno a Ripoli, Italia
Fecha de edición marzo 2013 · Edición nº 1
Idioma italiano
EAN 9788836813452
103 páginas
Libro
encuadernado en tapa blanda
Fra i romanzi brevi del grande scrittore Stefan Zweig (Vienna, 1881-1942), "Ventiquattro ore nella vita di una donna" è uno tra i più perfetti e avvincenti. Scritto nel 1927, è la storia di una donna e di un uomo dominato dalla passione per il gioco che si incontrano, del tutto casualmente, nell'atmosfera febbrile del casinò di Monte Carlo. La vicenda viene narrata dalla donna stessa, ormai anziana, a un interlocutore pressoché sconosciuto, ma che le si rivela come l'unico possibile destinatario di un episodio della sua vita fino a quel momento non raccontato a nessuno, la confessione a cuore aperto di un amore dalla cui ossessione la donna era stata travolta e trascinata in una spirale di estasi e tormento. Lo svelamento del suo passato è tuttavia per lei soprattutto l'occasione per espiare e finalmente liberarsi da un evento durato appena l'arco di ventiquattro ore ma tale da totalizzare l'intero corso della sua vita successiva. Il racconto trascina il lettore in un magistrale crescendo di tensione psicologica, e lo fa penetrare nei complessi meccanismi che dominano la mente umana quando si trova in balia delle passioni, siano esse originate dall'amore, con tutta la sua incontrollabile sensualità, o siano quelle legate al demone del gioco d'azzardo, con tutta la loro carica distruttiva. Ma è al tempo stesso una profonda riflessione sul presente, sul passato e sulle età della vita, perché "invecchiare non significa altro che non avere più paura del proprio passato".
Stefan Zweig (1881-1942) nació en Viena en el seno de una familia de la gran burguesía judía. Con apenas veinte años comenzó a colaborar en el diario más importante de su país, publicando cuentos, artículos literarios y reportajes de viaje. Estudió en Austria, Francia y Alemania antes de establecerse en Salzburgo en 1913. La catástrofe que supuso la Primera Guerra Mundial afifianzó sus convicciones pacififistas y antinacionalistas y así lo reflflejó en su obra. En 1934, empujado al exilio por los nazis, emigró a Inglaterra y, en 1940, a Brasil pasando por Nueva York. En su nuevo entorno, solo encontró una creciente soledad y la sospecha de que el terror totalitario y la sinrazón triunfarían en el mundo entero, por lo que se suicidó con su segunda esposa en febrero de 1942. Zweig lleva siendo un auténtico best seller desde los años treinta del siglo pasado hasta nuestros días y su obra ha sido traducida a multitud de idiomas.
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