Un giurista davanti a se stesso

Resumen del libro

Chi è Cari Schmitt? Il giurista conservatore divenuto teorico del nazismo, o il filosofo che ha pensato in modo nuovo le categorie del politico? Il pensatore geniale che ha incrociato le personalità più significative del suo tempo, da Benjamin a Heidegger, da Taubes a Ernst Jùnger, o il consigliere di stato opportunista, che ha cercato di dare legittimità giuridica al nazismo? Il teorico convinto del decisionismo o piuttosto, come lo definì Karl Lowith, un occasionalista incerto e privo tanto di convinzioni che di scrupoli? I testi e le interviste qui raccolti cercano di dare una risposta a queste domande, proponendo una nuova immagine di una delle personalità più discusse e attuali del pensiero politico-giuridico del XX secolo. Nel teso contrappunto fra le maschere mitologiche che egli indossa nelle interviste e i testi cruciali e più segreti del suo pensiero, compresi quelli in cui egli è più vicino al nazionalsocialismo, Schmitt non appare più come il teorico del decisionismo, che ha pensato la sovranità come decisione sullo stato di eccezione e la politica come cesura fra l'amico e il nemico, ma come una figura amletica e incerta, che, nell'Europa stretta nella morsa del fascismo, cerca un impossibile varco fra legalismo e stato di eccezione, diritto e violenza. Per questo egli deve assumere la maschera di Benito Cereno, l'infelice capitano del racconto di Melville, che si trova a dover fingere di comandare una nave, il St. Dominick, che è caduta nelle mani degli schiavi in rivolta. Questa nave è, secondo Schmitt, il diritto pubblico europeo, condannato a una rovina che il giurista sa essere ineluttabile; ma è anche la nave Europa, ancor oggi lacerata fra uno stato di eccezione che è diventato la regola e una rivoluzione mondiale che assume sempre più la maschera della legalità.

Biografía del autor

Francisco Ayala nació en Granada, en 1906. Estudió Filosofía y Letras en la Universidad de Madrid, donde se doctoró en Derecho y de la que fue luego profesor. En 1925 publicó su primera novela, "Tragicomedia de un hombre sin espíritu", y al año siguiente, "Historia de un amanecer", pasando luego por una fase de ficción vanguardista. En 1939, terminada la Guerra Civil, se exilió, viviendo sucesivamente en Argentina, en Puerto Rico y en Estados Unidos, en donde ejerció como catedrático de literatura en varias de sus universidades. Durante ese tiempo publicaría importantes estudios de ciencia política, sociología y crítica, así como obras de creación literaria que han llegado ya a ser consideradas clásicas: "Los usurpadores", "La cabeza del cordero", "Historia de macacos", "Muertes de perro", "El fondo del vaso"... En 1960 Ayala regresó por primera vez a España, donde volvería con regularidad hasta el año 1976, cuando vino a establecerse definitivamente en Madrid, hasta su fallecimiento en 2009. Entre los numerosos premios con los que fue distinguido en España cabe destacar el de la Crítica por "El jardín de las delicias" (1972); el Nacional de Narrativa, por "Recuerdos y olvidos" (1983); el Nacional de las Letras Españolas, en 1988; el de las Letras Andaluzas, en 1989; el Cervantes, en 1991, y el Príncipe de Asturias, en 1998. También fue doctor honoris causa por varias universidades en diversos países del mundo y, desde 1983, miembro de la Real Academia de la Lengua.