Terrore e modernità

Terrore e modernità

Cesare, Donatella di

Editorial Giulio Einaudi Editore
Lugar de edición Torino, Italia
Fecha de edición mayo 2017 · Edición nº 1

Idioma italiano

EAN 9788806231699
216 páginas
Libro


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P.V.P.  14,75 €

Sin ejemplares (se puede encargar)

Resumen del libro

Donatella Di Cesare insegna filosofia teoretica alla Sapienza di Roma, collabora con il Corriere della Sera ed è una delle filosofe più presenti nel dibattito pubblico e internazionale. Il suo ultimo saggio, Terrore e modernità, esamina il clima di terrore in cui viviamo, scaturito dalla modernità e che si oppone alla globalizzazione.
Il libro, interessante e anche molto opportuno, che cade nel tempo giusto (Giancarlo Loquenzi, Zapping), spiega come i tre fattori che generalmente vengono evocati per analizzare il terrorismo, lo scontro di civiltà, le diseguaglianze, la religione, non siano esaustivi.

Io credo che noi dobbiamo interrogarci non per cercare necessariamente delle spiegazioni, ma per cercare di capire, e questo non significa assolutamente giustificare. Perché arrivare a suicidarsi? Perché usare questa arma che io chiamo assoluta, a cui non si può rispondere in qualche modo, che disarma? La domanda è: uccidono per uccidersi, o si uccidono per uccidere? In fondo si potrebbe anche uccidere e non suicidarsi, anche il suicidio è un atto politico (Donatella Di Cesare, Zapping del 23/05/2017, link).

La critica marxista, la logica liberale, il pensiero negativo sono utili, teoricamente e praticamente, a capire e combattere il terrore planetario ? La ragione occidentale sembra in disarmo davanti a chi considera la morte non un danno collaterale ma una prospettiva accettata che raddoppia la morte della vittima con quella del carnefice (Roberto Esposito, L'Espresso del 14/05/2017), questo il nostro pensiero non lo riesce ad accettare.
Il saggio della Di Cesare, importante e intenso (Roberto Esposito, L'Espresso ), vuole approfondire, far conoscere per arginare, rispondere alle domande inquietanti del presente per cominciare a capire come combattere il terrore planetario. La nuova guerra del globo si diffonde e non esistono più fronti né frontiere , è venuto meno anche il confine più antico e rassicurante: quello fra interno ed esterno . La stessa autrice, ospite a Tg3 Linea notte definisce questo conflitto intermittente, perché scoppia un po' qui, un po' lì, e noi siamo disorientati .

La prima guerra globale, così la chiama la Di Cesare, annienta le vecchie strategie e le antiche e rassicuranti spiegazioni; non più eserciti che si affrontano e città aperte , non più giustificazioni se si colpiscono scuole, ospedali, supermercati, locali dello svago. Il mondo è invaso dalla ostilità assoluta e il potente convoglio del progresso sembra deflagrare squarciandosi . Quel Male, che sembrava eliminato dopo Auschwitz e il suo processo di industrializzazione della morte , riaffiora potente in quello che si credeva un radioso ordine globale e si mostra con il suo volto più agghiacciante promettendo, questa volta, presenza perpetua e diffusa .

In una delle parti più acute e drammatiche del libro, Di Cesare riflette sulle ragioni sociali che spingono i radicalizzati , molto spesso persone molto lontane da ideali religiosi, a scelte tremende. Sulla falsariga delle ipotesi dello studioso francese Olivier Roy, i radicalizzati vedono nel Jihad, e nella guerra fantomatica dell'Isis, una possibilità estrema di esprimere la loro opposizione contro il McMondo . Attraverso la riscoperta delle radici religiose dell'Io, il born again passa dalla depressione per l'esclusione totale alla pienezza estatica e all'esaltazione individuale. Questo cortocircuito è il segno di una doppia impossibilità : quella di realizzare se stesso in un mondo che lo rifiuta e di tenere testa a un nemico che lo sovrasta e ignora (Roberto Ciccarelli, il manifesto del 11/05/2017)
L'autrice, nel tentativo di comprendere il fenomeno si richiama alle menti speculative del passato e del presente, dai pensatori greci a Habermas, Derrida, Baudrillard. La studiosa non crede che l'eccidio sia solo un incidente di percorso della storia, occorre che il pensiero si armi di conoscenze per fronteggiare la realtà e rispondere in modo non banale o inutilmente rassicurante.
Credo che sul terrorismo ci sia molto da riflettere. Il grande problema è che, anche sotto grande pressione della cronaca, non riusciamo a fermarci a pensare, e quindi a porci i grandi interrogativi legati al terrorismo (Donatella Di Cesare a Linea Notte del 27 maggio).





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