La letteratura come menzogna

La letteratura come menzogna

Manganelli, Giorgio

Editorial Adelphi
Colección Saggi. Nuova serie, Número 0
Fecha de edición junio 2007

Idioma alemán-francés

EAN 9788845919374
223 páginas
Encuadernación en tapa blanda


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P.V.P.  26,00 €

Sin ejemplares (se puede encargar)

Resumen del libro

Quando apparve "La letteratura come menzogna" (1967), la scena letteraria italiana si presentava piuttosto agitata. Lo spazio era diviso fra i difensori di un 'establishment' che vantava come glorie opere spesso mediocri e i propugnatori della 'neo-avanguardia', i quali non si erano accorti che la parola 'avanguardia' era stata appena colpita da una benefica senescenza. Per ragioni di topografia e strategia letteraria, Manganelli fu assegnato (e si assegnò egli stesso) a quest'ultimo campo. Nondimeno, sin dai suoi primi scritti, si capì che la letteratura di Manganelli non apparteneva a quella battaglia dei pupi, ma rivendicava un'ascendenza più remota e insolente: quella della letteratura assoluta. Che cosa si dovrà intendere con questa espressione? Tante cose diverse quanti sono gli autori che, esplicitamente o no, la praticano. Ma un presupposto è per tutti comune: si è dato, a un certo punto della nostra storia, un singolare fenomeno per cui tutto ciò che era rigorosa ricerca e acquisizione di un vero - teologico, metafisico, scientifico - apparve innanzitutto interessante in quanto materiale per nutrire un falso, una finzione perfetta e onniavvolgente quale è, nella sua ultima essenza, la letteratura. A questo dio oscuro e severo andava offerto tutto ciò che sino allora aveva presunto di essere giustificato in se stesso. Di questa ambiziosa eresia si può supporre fossero cultori, in secoli lontani, Callimaco o Góngora o fors'anche Ovidio. Ma rimane il fatto che nessuno osò formularla sino a tempi recenti, quando i romantici tedeschi cominciarono a disarticolare con mano delicata ogni presupposto dell'estetica. Come il surrealismo non può dirsi assente anche da letterature lontane, e tuttavia occorreva che un giorno André Breton scrivesse il "Manifesto del surrealismo" perché la parola si divulgasse; così è accaduto che l'essenza menzognera della letteratura sia serpeggiata per anni in tante opere, sinché Manganelli decise, con gesto brusco e quasi burocratico, di presentarla allo stato civile. È dunque molto grave la responsabilità che si prese, dando quel titolo a una raccolta di saggi dove si parla di Carroll e di Stevenson, di Firbank e di Nabokov, di Dickens e di Peacock, di Dumas e di Rolfe. Ma era un gesto doveroso: lo avvertiamo tanto più oggi, nel constatare che certe argomentazioni non hanno più bisogno di essere confutate. Già le aveva infilzate il cavalier Manganelli con la sua lancia. È accaduto perciò a questo libro, in breve tempo, qualcosa di simile a quello che avviene a tanti bei libri in tempi più lunghi. Nascere come scandalo e sorpresa, e vivere poi tranquillamente con la forza silenziosa dell'evidenza.

Biografía del autor

Giorgio Manganelli (Milán, 1922-Roma, 1990), gran escritor y ensayista italiano, formó parte del Grupo 63 y colaboró durante varios años con Il Corriere della Sera. De su obra, que abarca ensayo y novela, destacamos La literatura como mentira, Hilarotragoedia, A los dioses ulteriores, Centuria, Del infierno o La noche.





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