Editorial Quodlibet
Lugar de edición
Macerata, Italia
Fecha de edición febrero 2017 · Edición nº 1
Idioma italiano
EAN 9788874626427
222 páginas
Libro
Il volume raccoglie tutti i saggi che Jacob Taubes ha dedicato a Gershom Scholem o a temi strettamente affini al suo ambito di studio, nonché quanto resta della corrispondenza tra i due, cioè le lettere che Taubes scrisse a Scholem dal 1947 al 1979 e le risposte di Scholem, che segnano la loro drammatica e irrevocabile rottura. Taubes fu uno studioso di inclinazione polemica e anticonformista, estremo in tutte le sue prese di posizione. Di qui l'esito spesso imprevedibile del suo confronto diretto con gli interlocutori per lui più significativi. Ne è un esempio l'intima e scandalosa affinità di fondo con il nemico , ovvero il divergente accordo che emerge faticosamente dal suo rapporto con Cari Schmitt. Nel caso di Scholem, invece, va in scena un copione esattamente opposto. Inizialmente, infatti, Taubes e Scholem (il fondatore degli studi novecenteschi sulla religione ebraica e in particolare sulla mistica ebraica e sulla cabala) si collocano sullo stesso fronte, tanto che il primo contatta il secondo, cercando in lui un maestro ma anche sperando di entrare a far parte della cerchia dei suoi collaboratori. Ben presto, tuttavia, fra i due si apre una voragine, molto più profonda della pur significativa differenza caratteriale. Al cuore della frattura troviamo infatti la questione del messianesimo e la diversa interpretazione di figure come Paolo di Tarso e Walter Benjamin. Sono dunque in gioco le tematiche più controverse e dibattute del pensiero teologico e filosofico ebraico, che toccano peraltro il cuore di ogni filosofia della storia di matrice escatologica. Nell'inattesa violenza del confronto prende forma così un'immagine del tutto inedita della figura e del pensiero di Scholem e, con essa, un'ulteriore prova del singolare approccio dialettico di Jacob Taubes, che non trova il suo precipitato nell' opera , bensì nell'impietoso annullamento di ogni distanza con l'interlocutore, in un abbraccio che mette in discussione la vita intellettuale di entrambi.
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