Editorial Feltrinelli
Lugar de edición
Milano, Italia
Fecha de edición enero 2021 · Edición nº 1
Idioma italiano
EAN 9788807903847
240 páginas
Libro
encuadernado en tapa blanda
"L'uomo mortale, Leucò, non ha che questo d'immortale. Il ricordo che porta e il ricordo che lascia". È il 1947 quando Pavese pubblica una raccolta di ventisette dialoghi brevi, con protagonisti personaggi del mito: divinità, eroi, poeti. Nulla di più lontano, in apparenza, dai temi che dominano la produzione culturale in un'Italia che, da poco riemersa dalla devastazione della Seconda guerra mondiale, gronda di storie da raccontare, tutte ispirate a fatti veri e che il cinema neorealista non tarderà a fare proprie. In questo panorama Pavese sembra tirarsi da parte, cedere al "suo capriccio, la sua musa nascosta, che a un tratto lo inducono a farsi eremita" (come scrive egli stesso), lontano dalla materia incandescente dell'attualità. Ma proprio l'apparente astrazione e l'atemporalità del mito permettono a Pavese di affrontare a viso aperto, con un affondo più ardito e urgente, i grandi nodi che chiamano in causa non solo gli intellettuali del Secondo dopoguerra, ma ogni singolo essere umano. La dialettica tra vita e destino, tra uomo e natura, tra necessità ineluttabile e aspirazione impossibile: sono questi alcuni dei temi al cui cuore scavano le parole di Eros e Tànatos, Calipso e Odisseo, Edipo e Tiresia. Parole capaci di trascinare ogni lettore, di qualsiasi epoca, a tu per tu con la vertigine della condizione umana.
(Santo Stefano Belbo, 1908 - Turín, 1950), uno de los grandes poetas y novelistas italianos del siglo XX, estudió Filología Inglesa en la Universidad de Turín, en donde se licenció con una tesis sobre Walt Whitman. En 1940 termina "El bello verano", que obtiene en 1950 el Premio Strega, e inicia Feria de agosto. En 1941 publica "De tu tierra", la novela que consolidó su carrera literaria. Desde 1937, y hasta su muerte, trabajó en la editorial Enaudi, uno de los grandes sellos que propició el desarrollo de nuevas formas de expresión cultural. Enamoradizo y melancólico, se esforzó imútilmente por vencer su tendencia a la soledad y sufrió intensamente sus desamores. El primero tras un confinamiento de un año en un pequeño de la Italia pobre, en el sur el país. El último, la ruptura con la actriz norteamericana Constance Dowling, que en 1950 le llevó al suicidio en el turinés hotel Roma. Dos años después de su muerte se publicó "El oficio de vivir", sus diarios escritos desde 1935.
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