Appuntamento a Positano

Resumen del libro

"Ecco, quella lunga sfilata di quinte rocciose, che chiudono in un abbraccio vertiginoso la piccola baia e il mio corpo, sono per me una delle infinite forme magnifiche che il diavolo, trasformista per antonomasia, sa prendere". Negli anni Cinquanta il lavoro cinematografico porta Goliarda Sapienza a Positano, rivelandole un angolo di mondo quasi intatto, popolato da un'umanità con una dolcezza sconosciuta. È la scoperta di una felicità senza aggettivi. La conca protetta dalle montagne e dai silenzi del mare diventa il suo rifugio e risveglia le emozioni del corpo, a lungo inaridite dagli orrori della guerra e dalla frenesia della città. E li, tra l'oro e l'azzurro del mare, in un'atmosfera fuori dal tempo, una figura di donna si muove a passo di danza sulle scalinate del paese. La gente del posto la chiama principessa, ha una bellezza antica, gli occhi che cambiano colore. Quello tra Erica e Goliarda è un incontro felice, immerso in una pace che si avvicina all'ebbrezza: l'inizio di un rapporto che nel corso degli anni si fa sempre più intenso, tra i fantasmi del passato e le ombre imminenti. Conoscersi, svelarsi, cambiare, sono i pilastri di quella vicinanza. Una storia che la memoria non riesce a scolorire e anzi trasforma in romanzo: la rievocazione di un'amicizia perduta e l'affresco di un luogo che non esiste più, ma che rivive grazie a una scrittura sensoriale, vibrante di suggestioni.

Biografía del autor

Goliarda Sapienza (1924-1996) nació en Catania en el seno de una familia socialista, aunque desde los dieciséis años vivió en Roma, donde estudió en la Academia de Arte Dramático. En las décadas de los cincuenta y sesenta se dedicó al teatro y al cine trabajando con directores de la talla de Luchino Visconti. Su primera novela, Carta abierta, fue publicada en 1967, después de que Sapienza abandonara la carrera de actriz para dedicarse en exclusiva a la escritura. En 1980 fue condenada a tres meses de reclusión por hurto y de esa experiencia nacieron La cárcel de Rebibbia (Rata, 2021) y La certeza de la duda, escritas respectivamente en 1983 y 1987. Su obra más conocida, El arte del placer (Lumen, 2007), empezada en los años sesenta y considerada demasiado experimental e inmoral para la época, fue publicada integralmente solo en 1998, tras la muerte de la autora, y alcanzó la fama mundial varios años más tarde gracias a la traducción francesa.